Attenzione a non confondere il timballo abruzzese con le lasagne! Questo primo piatto è molto più ricco e saporito, assolutamente da provare.
Il timballo abruzzese, anche noto come timballo teramano, è un prodotto tipico dell’Abruzzo spesso confuso con le lasagne. Ma il timballo, pur avendo l’aspetto di una lasagna, si prepara realizzando degli strati di crêpes abruzzesi note appunto come scrippelle. Il ripieno invece non è il classico ragù ma un misto di polpette e sugo, poco condito di pomodoro e che quindi tende a non colare.
È un primo piatto gustoso e ricco, inizialmente preparato per le occasioni più importanti come Natale e Capodanno mentre oggi rallegra le tavole delle famiglie anche la domenica. La preparazione è piuttosto lunga ma possiamo garantirvi che una volta assaggiato dimenticherete la fatica fatta. Come sempre infatti basta un poco di organizzazione e anche una ricetta come questa diventa semplice.
Come preparare la ricetta del timballo abruzzese
- Per prima cosa preparate il sugo. Tritate la cipolla e rosolatela in un filo di olio quindi unite metà del macinato e fatelo rosolare per un paio di minuti. Sfumate con il vino bianco e proseguite la cottura con il coperchio per 40 minuti.
- Versate poi la passata di pomodoro e cuocete per un’ora e mezza, regolando in ultimo di sale.
- Nel frattempo preparate le pallottine: mescolate in una ciotola la carne macinata, un uovo, lo spicchio di aglio e il prezzemolo tritati, il parmigiano, il pecorino e un poco di pane grattugiato per asciugare il composto. Insaporite il tutto con un pizzico di sale e uno di pepe e impastate con le mani.
- Formate delle polpettine di circa 1 cm di diametro e passatele poi nella farina.
- Friggetele in un dito di olio di semi fino a che non risulteranno dorate quindi scolatele e passatele su carta assorbente.
- Preparate anche le scrippelle: sbattete in una ciotola le uova fino a che non saranno chiare e spumose. Unite la farina poca per volta e solo in ultimo l’acqua e un pizzico di sale. Dovrete ottenere una pastella liscia e piuttosto fluida.
- Scaldate una padella antiaderente e ungetela con dell’olio di semi quindi versate un mestolo di pastella facendo in modo che si distribuisca in uno strato sottile. Cuocetele 30 secondi per lato, girandole non appena i bordi iniziano a sollevarsi. Mano a mano che sono pronte le scrippelle impilatele su un piatto.
- Ora non resta che assemblare il tutto: stendete sul fondo di una pirofila uno strato di sugo, coprite con uno di scrippelle, quindi altro sugo, polpettine, mozzarella a dadini e parmigiano. Proseguite fino a esaurire gli ingredienti.
- Cuocete a 180°C per 1 ora e lasciare raffreddare per una decina di minuti prima di servirlo.
Come sempre quando si parla di ricette della tradizione, ogni famiglia ha la sua versione. Potete infatti arricchire gli strati con dei piselli, dei carciofi fritti o ancora delle uova sode. In questo caso vale la regola che tutto quello che mettete ve lo ritrovate. C’è anche chi usa solo le polpette, senza preparare il ragù, come si vede in questo video ma secondo le nostre ricerche la versione proposta è la più autentica.
Provate anche un altro piatto tipico della cucina abruzzese ormai famoso in tutti Italia: le deliziose pallotte cacio e uova, delle strepitose polpette servite al sugo.
Conservazione
Il timballo si conserva in frigorifero per un paio di giorni. Il nostro consiglio è di riscaldarlo in frigorifero prima di consumarlo.
Origine e storia
Il termine timballo deriva dallo spagnolo atabal, termine utilizzato per indicare uno strumento a percussione che per forma ricorda gli stampi utilizzati in cucina. Di timballo però non ce n’è uno solo e quello teramano è senza dubbio una delle versioni più particolari.
Sebbene di famiglia in famiglia la ricetta sia differente, ci sono alcuni punti imprescindibili. Il primo sono le scrippelle, delle crêpes a base di uova, acqua e farina originariamente preparare durante la macellazione del maiale. C’è chi prepara il timballo con la pasta all’uovo ma lasciatevelo dire: ai teramani questo proprio non piace.
Il ragù, arricchito con polpettine fritte, solitamente è poco colorato, quasi bianco. Si pensa addirittura che le prime versioni proprio non prevedessero pomodoro. Che non potevano mancare invece erano le verdure. La zona di Teramo infatti è da sempre famosa per i suoi orti. Pensate che la regina Giovanna era solita trascorrere l’estate proprio in questo territorio per poterne assaporare le prelibatezze.
Oggi, la ricetta più diffusa è quella che vi abbiamo proposto noi, la stessa protagonista della Sagra del Timballo Abruzzese che si tiene ogni anno a Campli e Tossica.
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