Parte integrante delle nostre abitudini alimentari, il cous cous è un’alternativa alla pasta da preparare in tanti modi. Ma scopriamo quante tipologie di cous cous esistono!
Dal lontano Nord Africa arriva sulle nostre tavole il cous cous, una pietanza composta da semola lavorata a granelli che vengono bolliti o cotti a vapore. Questo definisce già uno dei primi punti che differenziano le varie tipologie di cous cous esistenti al mondo, ma non è tutto qui. La sua versatilità si presta a molte ricette che, a seconda della provenienza, muta la sua grana e la sua preparazione.
Origine e storia del cous cous
Il cous cous ha origini antichissime che risalgono al 950 a.C.: la storia ci racconta che re Salomone affogò le sue pene d’amore per la regina di Saba in grandi quantità di cous cous. È così che questa pietanza divenne un rito di condivisione familiare – nel Nord Africa e più precisamente nel Maghreb – che doveva essere consumata con le mani dai commensali stando tutti intorno ad un unico piatto.
Nell’800 il cous cous giunse direttamente in Italia a partire dalla Sicilia, tanto da subentrare in tutte le case apportando nel tempo delle modifiche al piatto che definì la popolarità del cosiddetto cous cous trapanese. Dopo esso, anche in altre zone d’Italia si idearono svariate ricette che prevedevano l’utilizzo di diversi ingredienti e cotture che plasmarono la tipicità del posto.
Come si cuoce il cous cous?
Come avete potuto vedere per la grana, possiamo presentarvi delle variazioni del cous cous anche a seconda della cottura:
- Il metodo tradizionale (certamente più complesso) prevede l’utilizzo della tipica couscoussiera, una pentola a due ripiani e forata al fondo utile per cucinare su diversi livelli gli ingredienti.
- Il tempo però ha semplificato le cose, per cui il metodo moderno riguarda il cous cous precotto che richiede una semplice cottura in acqua o brodo bollente; dovrete solo aspettare che i chicchi si gonfiano facendoli poi riposare e sgranandoli con una forchetta. Potrete abbreviare questo processo optando per una cottura al microonde in cui lascerete cuocere il cous cous fino al completo assorbimento.
Non sarà necessario aggiungere il sale se lo metterete nel condimento. Grazie alla sua versatilità, questo alimento potrà essere condito in tantissimi modi diversi a seconda della zona di provenienza.
Differenze tra i tipi di cous cous
Il cous cous è una preparazione a base di granelli di semola di grano duro cotti a vapore. In base al tipo di lavorazione che viene effettuata, è possibile distinguere le tipologie di cous cous per la dimensione della sua grana: fine, media o grossa. La scelta della grana dipenderà, oltre che dai gusti personali, anche dalla preparazione del piatto che potrà essere brodoso o asciutto.
Mentre nelle società tribali la preparazione di questo frumento richiedeva tempi prolungati, oggi è facile trovare in commercio il cous cous precotto che non ha bisogno della cottura nella tradizionale couscoussiera. Basterà cuocere i chicchi in acqua bollente e aspettare che aumentino il volume prima di condirli e consumarli.
Una volta conosciute le macro differenze sulla grana e sulla cottura, è il momento di scoprire alcune delle ricette più famose da realizzare col cous cous. Ad ogni luogo la sua tradizione, e un tipo diverso di cous cous!
Cous cous trapanese
Tra le tante tipologie di cous cous, una delle più conosciute in Italia è la ricetta siciliana del cous cous trapanese. Questo piatto è entrato ormai nella tipicità delle città di Trapani e di San Vito Lo Capo dove ogni anno si svolge il Cous Cous Fest, una competizione a livello mondiale sulla preparazione di questa pietanza. Il cous cous trapanese è solitamente condito con un brodo di pesce misto (tra cui scorfano, molluschi, anguille, cernia e gallinella) arricchito con spezie e aromi. Il Frascatole, una variante sempre siciliana, è formato da palline di semola impastate, cotte a vapore e condite con pesce.
Cascà Sardo
La Sardegna si distingue dalla ricetta sicula col suo Cascà Sardo, o Cascà di Carloforte, che prevede l’utilizzo di ceci, cavolfiore e cavolo. Questo piatto è diventato un simbolo di festa in onore del giorno di San Carlo, che col tempo si è evoluto includendo altre verdure e la carne di maiale.
Insalata integrale
In commercio è possibile trovare il cous cous integrale. Dal colore più scuro e dalla cottura più lunga, questa tipologia si presenta meno morbido ma è perfetto se consumato in una versione semplice: conditelo con pomodorini, verdure fresche, olio e limone per ottenere un’ottima insalata leggera e gustosa.
Maftoul palestinese e Cous cous israeliano
Il maftoul palestinese cotto in apposita pentola a vapore, il suo sapore significa “rotazione” richiamando il movimento delle mani nel momento di produzione di questa tipologia di cous cous.
La versione israeliana viene anche detta “perlata” grazie ai suoi chicchi più grandi dalla consistenza gommosa. Viene consumato solitamente senza condimento come base per le ricette di pollo o di pesce. Questa diventò una pietanza affermata con l’arrivo degli ebrei dopo l’indipendenza d’Israele.
Ricetta libanese e marocchina
Il cous cous libanese a base di bulgur si contraddistingue per l’utilizzo di erbe aromatiche e viene preparato soprattutto nella stagione estiva. La variante marocchina invece, tipica del Maghreb, è un piatto unico che viene servito freddo con carne d’agnello, ceci, verdure e spezie.
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