Una tagliata di sakura beef è quello che ci vuole per prendere per la gola i carnivori più incalliti. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
La carne, fino a qualche decennio fa, era un bene alimentare riservato a pochi. Con il passare degli anni e il sorgere degli allevamenti intensivi, la situazione è un po’ cambiata diventando un comune alimento, disponibile in tutte le case. Questo però ha spinto i veri cultori a studiare nuovi tagli e nuovi prodotti come la carne Sakura. L’idea del nome viene da Fabio Galli, che decide di paragonare i boccioli dei ciliegi (Sakura per l’appunto), con la marezzatura di questi pregiati tagli di carne. Il risultato? Un prodotto per veri intenditori.
Cos’è la carne sakura
Protetta da marchio registrato, la Sakura è una selezione di carne con diversi gradi di marezzatura. Per coloro che non sono esperti, con questo termine si indica il grasso intramuscolare presente nelle carni bovine. La Sakura quindi è una carne extramarezzata.
Per questo genere di classificazione si utilizza la marbling scale giapponese che va da 3 a 12. Da questa scala escono tre tipi di carne Sakura: una base, con valore compreso tra 3 e 6; la Yoza (da Yozakura ossia l’osservazione notturna e illuminata dei ciliegi; infine Hanami, la vera e propria fioritura il cui valore di marezzatura va da 10 a 12.
La carne sakura ha provenienza diversa: può essere di origine italiana o europea e appartenere anche ad animali di razze diverse. Angus, Simmenthal, Fassona, Rubia Gallega, Hereford, possono tutti diventare carne Sakura, purché ne rispettino le caratteristiche di qualità. Il pregio di questo prodotto infatti è del tutto equiparabile al Wagyu giapponese.
Se volete deliziare il vostro palato con una costata di Sakura beef, sappiate che il prezzo di aggira attorno ai 50 euro al chilo. Insomma, non proprio poco. Certo però che la qualità della carne è tale che vale davvero la pena concedersi una fiorentina di questo tipo.