Ci sono collegamenti tra gli alimenti, le superfici dove li riponiamo e Covid-19? Il cibo è un veicolo di contagio? Ecco alcune riposte utili.

Approfondire l’eventuale connessione tra le superfici, gli alimenti e Covid-19 è importante. I contenitori freddi, alcuni tipi di materiali e gli involucri possono essere un veicolo per il coronavirus? Il contatto con confezioni potenzialmente contaminate è pericoloso? Scopriamone di più!

Covid-19: quanto resiste sul cibo?

I virus sopravvivono a lungo e anche al freddo, cosa che già si era verificata anche in merito ai precedenti Coronavirus come il Sars-CoV e Mers-CoV, che possono sopravvivere fino a temperatura di -20°C senza riduzione della carica infettiva. Il virus può resistere al freddo anche per diverso tempo, ma è esclusa al momento la possibilità di contrarlo tramite l’ingerimento del cibo dato che ad oggi non sono stati rilevati casi di trasmissione del virus tramite gli alimenti.

Come pesare la pasta
e il riso senza bilancia?

Non ci sono infatti dati effettivi sulla possibilità di sopravvivenza del virus sul cibo. Al momento si ritiene che riscaldare gli alimenti a temperature superiori a 65°C sia sufficiente a rendere inattivo il SARS-Cov-2, questo perché il virus, a differenza di altri batteri, non si sposta e non penetra in profondità.

pulire la spesa
pulire la spesa

Al momento è considerato poco probabile il contagio tramite il contatto con superfici poiché al momento non sono confermati casi di trasmissione del virus a causa del contatto con superfici contaminate. Particolare però è il caso che ad agosto 2020 si è verificato in Nuova Zelanda: una famiglia di quattro persone è risultata positiva, ma nessuno di loro aveva viaggiato. Il tracciamento necessario, portato avanti dalle autorità per individuare la causa del contagio, ha portato a ipotizzare che il virus sia arrivato tramite il contatto con le merci direttamente nel negozio in cui uno degli infetti lavorava al momento del contagio.

Confezioni e superfici possono trasmettere il virus?

Packaging e prodotti di confezionamento possono dunque essere un veicolo di trasmissione del virus? La carica virale del virus si riduce con il tempo, ciò significa che la quantità di particelle virali eventualmente presenti sulle superfici diminuisce rapidamente e il virus perde velocemente la capacità di dare origine a un’infezione.

Uno studio riportato sul New England Journal of Medicine ha sottolineato che il virus può essere rilevato:

  • negli aerosol per un massimo di 3 ore;
  • sul rame per un massimo di 4 ore;
  • sul cartone per un massimo di 24 ore;
  • sull’acciaio inossidabile per 2 giorni;
  • sulla plastica per un massimo di 3 giorni.

Ad oggi si ritiene che la probabilità maggiore di contrarre il Covid-19 è determinata ancora dal contatto con persone infette per questo il contatto stretto con una persona malata è ancora il veicolo principale del virus.

Per tal motivo si raccomanda sempre l’igienizzazione delle mani dopo aver toccato imballaggi di qualsiasi tipo poiché ogni oggetto o persona dovrebbe essere trattata come potenzialmente contaminata. Ulteriore precauzione dunque è quella di igienizzare le confezioni degli alimenti, trasferire tutto in contenitori puliti e lavare nuovamente le mani.

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ultimo aggiornamento: 09-11-2020


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