Il migliaccio è un dolce tipico della cucina napoletana a base di ricotta, semolino e latte da preparare per la festa del Carnevale.
Che Carnevale sarebbe senza migliaccio, il dolce tipico della tradizione campana? Questa torta ha origini antichissime e secondo le antiche usanze veniva preparato mescolando al sangue di maiale la farina di miglio, da cui appunto prende il suo nome. Oggi, tendenzialmente, per preparare il migliaccio napoletano, la ricetta originale non prevede più l’uso del sangue e il semolino, che viene lavorato con latte, ricotta e altri ingredienti sostituisce il miglio.
Provate a preparalo a casa: questo dolce è buono gustato durante tutto l’anno e piacerà sicuramente a tutti. Ecco la preparazione del migliaccio di Carnevale con tanto di video!
Ingredienti
Per il migliaccio
- Latte intero – 500 ml
- Acqua – 300 ml
- Ricotta – 250 g
- Semolino – 200 g
- Uova – 3
- Zucchero semolato – 250 g
- Burro – 50 g
- Scorza di arancia bio – 1
- Scorza di limone bio – 1
- Vanillina – 1 bustina
- Zucchero a velo – q.b.
Preparazione
Come preparare la ricetta del migliaccio napoletano di Carnevale
In un pentolino, portate a bollore il latte, l’acqua (a piacere può essere sostituita con un po’ di latte in più) e il burro quindi profumate con la vanillina e metà delle scorze degli agrumi prelevate con un pelapatate.
Una volta che il latte avrà assorbito l’aroma di arancia e limone, rimuovete le bucce e versate a pioggia il semolino, continuando a mescolare con una frusta da cucina per circa una decina di minuti.
Lasciatelo riposare finché non si sarà raffreddato. È importante che sia freddo altrimenti rischiate di far cuocere le uova.
A questo punto, in un’altra terrina, sbattete le uova con la parte rimanente delle scorze di limone e arancia grattugiate, quindi versate lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Incorporate infine la ricotta e il semolino. Continuate ad amalgamare il composto finché non sarà bello omogeneo.
Trasferite l’impasto in uno stampo ben imburrato, meglio se di rame o di alluminio, del diametro di 26 cm e infornate 200°C per un’ora. Se dovesse scurire troppo in cottura, copritelo con un foglio di alluminio.
Fate raffreddare e decorate con una spolverata di zucchero a velo.
Per dimostrarvi quanto è semplice da preparare abbiamo realizzato per voi anche un video con tutti i passaggi.
Sapete che del migliaccio esiste anche una versione salata? È deliziosa e perfetta sia come antipasto che come secondo piatto. Se invece volete velocizzare la preparazione del dolce classico, allora ecco la la ricetta del migliaccio con il Bimby
Conservazione del migliaccio
Consigliamo di conservarlo in frigorifero fino al momento di servirlo e non oltre 3/4 giorni dopo la preparazione.
Origine e storia
Abbiamo accennato al fatto che questo dolce napoletano deve il suo nome al miglio, ingrediente utilizzato nella preparazione originaria. Miliaccium infatti era proprio il pane di miglio. Ma qual è la sua storia? Il miglio pare essere arrivato nella nostra penisola insieme ai Greci. Tuttavia, le prime tracce scritte del migliaccio risalgono all’anno Mille.
Diffuso nel Medioevo, questo dolce prevedeva come altro ingrediente il sangue del maiale, considerato un alimento completo in grado di sostentare i contadini durante il lavoro nei campi. Fedeli al detto che del maiale non si butta via niente, il migliaccio veniva realizzato solitamente durante il periodo di macellazione del maiale data la scarsa conservabilità del sangue.
Con il passare del tempo la Chiesa cominciò a non vedere di buon occhio questa usanza, considerandola troppo legata alle vecchie tradizioni pagane. Vietò quindi l’utilizzo del sangue, spingendo verso altri ingredienti. Va tenuto presente però che in alcune zone molto povere questa usanza ci mise secoli a decadere.
Solo nel 1700 il migliaccio napoletano assume la forma attuale. Burro, latte, ricotta, uova, semolino oltre che scorze di agrumi sono gli ingredienti utilizzati per la sua preparazione. I più attenti avranno notato la similitudine con il ripieno delle sfogliatelle sia ricce che frolle ed è per questo che spesso questo dolce viene chiamato sfogliata.