Simile per preparazione alla pizza fritta, il battilocchio napoletano è ancora più antico. Ecco la ricetta originale per prepararlo.
Sono davvero pochissimi coloro che hanno sentito parlare del battilocchio napoletano mentre tutti invece si sono imbattuti almeno una volta nella pizza fritta. Eppure le due preparazioni sono così simili… In entrambi i casi infatti si parla di impasto lievitato, steso e farcito con ingredienti vari. La cottura classica è quella fritta perché proprio come la pizza fritta, sono nati in un’epoca, quella del dopoguerra, in cui avere il forno a legna era un vero e proprio lusso riservato a pochi.
La differenza tra battilocchio napoletano e pizza fritta sta principalmente nella forma. Il primo infatti è più piccolo e più allungato per via della particolare tecnica con cui viene calato nell’olio bollente. Anche i ripieni sono i più disparati. Sempre in riferimento al periodo storico in cui è nato, pomodoro e mozzarella erano appannaggio dei più ricchi. Ecco perché il battilocchio napoletano veniva farcito con ricotta, cicoli di maiale, provola e pepe.
Anche noto come piscitiello, sempre per via delle origini povere veniva farcito solo al centro. Se ne trova traccia anche nel testo di una canzone del 1932 di Raffaele Viviani, Rumba d’’e scugnizze: “Quant’è bello ‘o battilocchio. Pruove gusto e te avvizze. Pe’ chi tene ‘a moglie pazza. Cchiù te sfrine e cchiù t’appizze”.
Come non citare poi altri classici fritti della cucina napoletana: il cuoppo, cono di carta paglia con una moltitudine di prodotti fritti da gustare rigorosamente passeggiando; la montanara, una versione della pizza fritta dove il condimento si trova all’esterno; le frittatine di pasta con provola affumicata; e molti altri ancora, uno più buono dell’altro.

Ingredienti
Per l’impasto
- Farina 00 – 500 g
- Acqua – 320 g
- Lievito di birra fresco – 10 g
- Sale fino – 10 g
Per il ripieno
- Ricotta – 350 g
- Provola affumicata fresca – 200 g
- Cicoli (o pancetta) – 200 g
- Pepe nero – q.b.
Per friggere
- Olio di semi – 1 l
Preparazione
Battilocchio napoletano
Per prima cosa preparate l’impasto del battilocchio. In una ciotola riunite la farina e il lievito e date una mescolata veloce. Versate l’acqua poco per volta, mescolando con un cucchiaio e, non appena l’impasto comincia a prendere consistenza, incorporate anche il sale.
Impastate energicamente, prima a mano nella ciotola e poi trasferendo il tutto su una spianatoia, per almeno una decina di minuti. Dovrete ottenere un panetto liscio. Pulite la ciotola, rimettete il panetto all’interno e coprite con pellicola. Lasciate lievitare per 2 ore.
Suddividete poi il panetto in porzioni da 100 g l’una, formate delle palline e mettetele a lievitare direttamente sulla spianatoia infarinata avendo cura di coprirle con un canovaccio o con della pellicola. Lasciate lievitare per un’ora.
Nel frattempo tagliate la provola a cubetti, mettetela su un piatto e lasciatela in frigorifero fino al momento di utilizzarla. In questo modo si asciugherà evitando di bagnare troppo il ripieno.
Lavorate a crema la ricotta e tagliate a tocchetti i cicoli. Conservate entrambi in frigo.
Terminata la seconda lievitazione, stendete uno alla volta i panetti fino a ottenere un disco da 20 cm di diametro. Posizionate al centro un cucchiaio di crema di ricotta, allargandola leggermente, un po’ di cicoli e qualche dadino di provola. Insaporite con pepe nero macinato al momento e richiudete a mezzaluna, sigillando bene i bordi.
Scaldate abbondante olio di semi fino a raggiungere i 180°C quindi prendete per le due estremità (orecchie) il vostro battilocchio e calatelo nell’olio. Friggetelo fino a che non risulterà ben dorato, avendo cura di girarlo a metà cottura. Scolatelo con una schiumarola e passatelo su carta assorbente prima di servirlo.
I cicoli, o ciccioli, sono un prodotto tipico napoletano. In sostanza è la parte grassa del maiale, i residui della preparazione dello strutto, che vengono salati e fritti. Fuori dalla regione sono difficili (ma non impossibili) da trovare ma se proprio non riuscite a metterci mano potete sostituirli con della pancetta a cubetti o altri salumi come il salame tipo Napoli o il prosciutto cotto.
Conservazione
Trattandosi di una ricetta fritta, il nostro consiglio è di preparare e gustare al momento il battilocchio. Se però vi dovesse avanzare, prima di portarlo in tavola, massimo il giorno successivo, riscaldatelo per qualche minuto in forno o in friggitrice ad aria giusto il tempo da rendere nuovamente filante il formaggio.
Origine e storia
L’origine del battilocchio è strettamente intrecciata con quella della pizza fritta. Nascono infatti entrambi dalla necessità di cuocere senza forno la pasta del pane, farcita con quanto si aveva a disposizione. A occuparsene erano soprattutto le donne, che la preparavano fuori dall’uscio di casa e accettavano il pagamento a 8 (come per la pizza a portafoglio), vale a dire dopo otto giorni, proprio come si vede in una scena del film L’oro di Napoli con Sophia Loren.
Per quanto riguarda il nome invece, battilocchio parrebbe derivare dal termine francese battant l’oeil, una cuffietta indossata dalle donne che spesso cadeva sugli occhi creando fastidio. In dialetto napoletano il termine ha un’accezione diversa e indica una persona confusa, non proprio sveglia.